Cari Genitori,
da luglio i Comitati Genitori delle scuole di Sesto
San Giovanni stanno lavorando sul tema della refezione scolastica, sollecitati
dal malcontento generale che ha accolto il nuovo sistema di tariffazione.
Come già abbiamo avuto modo di comunicarvi, le nostre
riflessioni si sono orientate da subito verso la richiesta di ritorno al metodo
forfait, poiché convinti che la scelta del nuovo sistema tariffario a consumo
possa nei fatti disincentivare l’utilizzo del servizio di refezione scolastica,
alla quale attribuiamo un valore culturale/educativo, una
connotazione di servizio pubblico a supporto del tempo pieno a scuola.
Ci
è apparso da subito chiaro che la ricercata equità del nuovo sistema non fosse
nei fatti realizzata: accanto al giusto sgravio per le fasce Isee molto basse,
si è evidenziato un aggravio per quelle medie, soprattutto nella scuola materna
per effetto del maggior numero di giorni di scuola.
Oltre
ad avviare un percorso di confronto con l’Amministrazione Comunale grazie all’istituzione
di un Tavolo dei Comitati Genitori, abbiamo lavorato per unire il fronte dei
genitori, realizzando una convergenza fattiva con il gruppo “Genitori Attivi”
che fa riferimento alla pagina facebook “No all’aumento della mensa
scolastica”.
Quanto
segue è frutto del lavoro condiviso quindi da tutti i genitori, lavoro che è
stato esposto all’Assessore Perego nei momenti di confronto con
l’Amministrazione Comunale.
Nel tempo abbiamo
approfondito la nostra proposta di riattivare il forfait dopo questo periodo
sperimentale, provando anche a formulare degli scenari, che ci hanno confortato rispetto alla nostra proposta.
Ciò che ci ha portati a formulare tale
proposta non è legato a motivazioni economiche, anche se ci siamo resi conto
che sono proprio queste ad innescare un meccanismo pericoloso per la nostra
scuola. Le difficoltà che oggi le famiglie attraversano spingono alcuni
genitori a ritirare i propri figli dalla mensa, spesso o qualche volta, e si
uniscono alla già diffusa opinione di una qualità scadente del cibo. In questo
scenario il tempo mensa inizia a perdere la sua valenza di tempo educativo e
questo ci preoccupa non poco.
Già oggi,
fuori dai cancelli delle scuole, si parla della possibilità di bambini a casa
il pomeriggio, pensando semplicisticamente di risparmiare soldi e fornire cibo
migliore, senza prestare attenzione alle perdite non immediatamente percepibili
insite nel tempo pieno di qualità (minor condivisione di spazi ed esperienze con
coetanei in un contesto protetto, di integrazione e quindi di sviluppo).
Per le
Istituzioni scolastiche potrebbe non essere un grave problema se un numero
anche importante di bambini rinunciasse al tempo mensa. Non dimentichiamo che
queste si trovano ogni giorno a fare i conti con refettori affollati,
difficoltà di copertura oraria del tempo mensa, riduzione delle ore di
compresenza, impossibilità di coprire con supplenze le malattie.
Il tempo pieno
non è solo "la scuola del pomeriggio", è un progetto educativo che
tiene insieme tutti i tempi della scuola: lezioni, mensa e gioco.
Già oggi il
tempo pieno classicamente inteso non esiste più, ma è assicurato grazie al
“modulo”, e per salvaguardare ciò che ne rimane non è sufficiente assicurarsi
il numero di insegnanti necessari a coprire il monte ore. Con il forfait il
genitore non sarà incentivato a ritirare il proprio figlio dalla mensa ed il
meccanismo di cui sopra si ferma. Certo non si risolveranno tutte le
difficoltà, ma non ne aggiungeremmo un'altra.
La mensa non è
per noi un prodotto da comprare, bensì un “servizio” al servizio del tempo
pieno.
Probabilmente in un diverso momento
storico il passaggio da un sistema ad un altro avrebbe creato meno difficoltà:
le tariffe a consumo sarebbero state diverse e meno pesanti per le famiglie;
oggi, invece, stante il protrarsi di una crisi economica, ed in prospettiva
anche una fase di crescita che difficilmente consentirà di rientrare nel
mercato del lavoro a molti 40/50enni, l'effetto di queste tariffe è destabilizzante:
nell'immediato con ripercussioni economiche ed in prospettiva con ripercussioni
educativo - pedagogiche.
Abbiamo
provato ad effettuare il calcolo dell’ISEE su diverse categorie di redditi e
crediamo che la popolazione di Sesto San Giovanni potrebbe concentrarsi nella
fascia 20/30/35 mila € (due redditi da lavoro, mentre casa/figli/risparmi
spostano di poco). Verosimilmente, le famiglie con entrambi i genitori
lavoratori già sono state interessate da varie altre revisioni (nidi, pre e
post scuola, centri estivi), ma non sono famiglie “ricche” e forse, oggi,
nemmeno benestanti. Le famiglie medie hanno un sempre minor potere di acquisto,
e sono ad oggi maggiormente esposte agli effetti del cambio di tariffazione.
Ora,
richiedere a queste famiglie di pagare, anche con nuovi scaglioni ISEE, tariffe
di poco inferiori agli attuali €5,50 non mitiga l’effetto dell’aumento.
Tuttavia se la percentuale di maggiore concentrazione di entrate delle rette
deriva da questa macro-fascia, valutiamo possa essere interessante l’ipotesi di
non introdurre nuove fasce ISEE ma di utilizzare tutto il surplus, che da
queste famiglie deriva, per diminuire le tariffe attuali.
Per quanto si possano abbassare, le
tariffe a consumo risulteranno sempre un po' più elevate rispetto alla
sostenibilità delle famiglie; con il consumo non c’è certezza dell’entrata,
quindi le tariffe devono essere leggermente più alte per coprire il rischio di
eventuali buchi di bilancio. Questo scenario il sistema a forfait lo supera,
per questo rappresenta oggi, per noi, la soluzione che favorisce prezzi
calmierati vanificando l’effetto distorcente sul valore del tempo pieno.
Infine abbiamo preso in considerazione
la dimensione della scuola dell’infanzia, che presenta scenari e problematiche
diverse rispetto a quelle della scuola primaria. La scuola dell’infanzia, se da
un lato presenta un maggior numero di giorni di frequenza, dall’altro ha una
maggiore tendenza verso le assenze. Questa realtà troverebbe nel sistema misto
una soluzione soddisfacente mitigando l’effetto penalizzante del semplice
forfait. Per sistema misto intendiamo una base a forfait e una parte variabile
che si somma, in caso di presenza, al prezzo base o che si sottrae, in caso di
assenza.
Il
27 novembre avremo un nuovo incontro con l’Assessora Perego e potremo capire
quali sono le soluzioni proposte, anche nell’ottica di quanto l’Assessora
stessa ha affermato nel comunicato stampa del 9/10/2013, in cui evidenziava
come le nuove tariffe sarebbero state retroattive partendo dal mese di settembre.
Il
confronto con l’Amministrazione Comunale, che è avviato anche su altri temi, è
stato ad oggi collaborativo e costruttivo, siamo certi che le nostre
preoccupazioni per il futuro della scuola pubblica siano ampiamente condivise e
speriamo quindi che lo siano anche le soluzioni proposte.
Coordinamento
dei Comitati Genitori delle scuole di Sesto San Giovanni, 20 novembre 2013
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